Citrix Systems, Benjamin Jolivet: Il lavoro agile e’ human defined
La diffusione dei device mobili, smartphone in testa, sta cambiando non solo i comportamenti, ma anche le abitudini in azienda.
Perfino la pausa davanti alla macchinetta del caffè è diventata obsoleta. La tecnologia ridisegna luoghi e tempi di lavoro, abilitando nuove forme di aggregazione e di scambio di informazioni. Smart working e lavoro agile sono due tendenze in crescita, ma stando ai dati di una recente indagine di Citrix realizzata da ContactLab su un campione di 1200 lavoratori tra i 25 e i 54 anni), oggi solo il 19% dei lavoratori intervistati svolge, seppure con differente frequenza, le proprie mansioni da casa o comunque lontano dal proprio ufficio, mentre all’interno di poche aziende italiane – meno del 10% – è prevista la modalità di lavoro agile o smart per tutti i lavoratori. Eppure l’81% di loro è interessato a queste modalità. Questo significa che in questa fase di passaggio, le resistenze al cambiamento sono molte e di diversa natura, prima culturali – interne all’azienda – poi tecnologiche. Per fare smart working, però non basta ridisegnare il workspace con gli strumenti messi a disposizione dei dipendenti. Anche in questo l’azienda è “software defined”. Nell’esperienza di Citrix, l’applicazione guida l’esperienza dell’utente. «Ma senza dimenticare – come spiega Benjamin Jolivet, Country Manager di Citrix Systems Italia – che l’impresa può essere definita dal software, ma resta una comunità di persone e il fattore umano della collaboration è determinante per il successo di questo tipo di tecnologie. «Si tratta di un cambiamento tecnologico, ma il salto evolutivo è tutto culturale. Ci sono ancora molte resistenze verso le nuove forme di lavoro. Le aziende continuano ad avere l’ossessione del controllo, del cartellino, della produttività misurata sul numero di ore trascorse in ufficio, invece di favorire modelli organizzativi basati sulla delega e sul raggiungimento degli obiettivi. È una questione di management e di fiducia nelle persone non solo di un “sotto-utilizzo” delle tecnologie. Ma la fiducia si crea con l’esempio. E l’esempio deve arrivare dall’alto».
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