Alfredo Nulli (Pure Storage): «La semplicità del disco software driven»

Come si affronta la questione del ritardo nell’adozione di paradigmi “disruptive” come la virtualizzazione dei servizi di rete e delle risorse di archiviazione? Per Alfredo Nulli, EMEA principal cloud architect di Pure Storage, lo specialista di soluzioni di enterprise storage interamente basate su tecnologia flash, occorre approfondire un aspetto importante ma poco discusso: «La differenza tra “software defined” storage e storage “software driven”, come una prima ma fondamentale manovra di astrazione rispetto alla fisicità dei supporti di memoria».

La tecnologia Pure Storage consente di aggirare l’obbligo del capacity planning, scalando le proprie risorse quando è necessario, senza onerosi fermi macchina. «Non si investe in flash storage per la sua velocità, o almeno non solamente per le sue prestazioni elevate – avverte Nulli – ma per l’opportunità di scalare nel momento opportuno, quando serve, senza cadute di performance e senza bloccare il servizio erogato ai clienti». Pure Storage ha sviluppato un ambiente di storage software driven che consente di centrare questo obiettivo senza dover ridefinire completamente l’intera architettura al variare delle proprie esigenze dimensionali o applicative. «Più che la velocità, a far premio è la flessibilità dei nostri apparati, la rapidità della loro configurazione, la semplicità nella gestione. Basta con tutti questi overhead gestionali. Nel caso dei sistemi Pure Storage, la formazione dura tre ore, e il manuale utente occupa l’equivalente di quattro biglietti da visita ripiegati».

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